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Bolsena

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La città del miracolo eucaristico

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Il borgo di Bolsena sorge sulle rive dell’omonimo lago che per la limpidezza delle sue acque è stato più volte definito “il lago che si beve”. Un lago di origine vulcanica, immerso tra le verdi colline tipiche della campagna umbro-laziale: con i suoi 114 Km² di superficie ed un perimetro di 43 Km, è il lago di origine vulcanica più grande d’Europa.

Bolsena è un’importante località balneare, meta ambita dei molti vacanzieri che nel corso dell’estate invadono le sue spiagge per godere della tranquillità e della natura incontaminata di questi posti. Il lago è anche uno dei più profondi, con i suoi 151 mt, caratteristica questa che lo rende adatto alle immersioni e alla pesca subacquea.

Ma la cosa che maggiormente rimane nel cuore di chi visita questi magnifici luoghi sono i fantastici tramonti che quotidianamente trasformano il lago in un incredibile caleidoscopio di colori incantevole e suggestivo e che insieme alle tante attrattive culturali e paesaggistiche fanno di questa località una meta irrinunciabile.

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Il miracolo dell’eucarestia

“Detto in la chiesa di Santa Cristina di Bolsena apparve il miracolo del Corpus Domini” così recitavano gli antichi documenti della città di Bolsena nel 1264.
La città è stata infatti lo scenario per uno dei miracoli di fede più importante della cristianità: il miracolo dell’eucarestia.
Nell'estate del 1263 Pietro da Praga, un prete boemo in visita a Roma, fu vittima di una profonda crisi spirituale e durante il viaggio di ritorno decise di fermarsi a Bolsena. Come gli capitava ormai da lungo tempo, pure quella notte la trascorse insonne perseguitato dai quei dubbi che da giorni gli turbavano il cuore; il giorno successivo mentre celebrava messa presso la Basilica di Santa Cristina, proprio nel momento in cui sollevò l’ostia al cielo questa iniziò a sanguinare copiosamente sul corporale e sui gradini dell’altare. Sconcertato si recò rapidamente ad Orvieto dove in quel periodo soggiornava Papa Urbano IV, il quale, dopo una serie di accertamenti, condotti secondo la leggenda da Tommaso d’Aquino e Bonaventura di Bagnoregio, riconobbe il miracolo e l’11 agosto 1264, attraverso l’emanazione della Bolla Transiturus de Hoc Mundo estese a tutta la Chiesa la solennità del Corpus Domini.

La basilica di Santa Cristina e le catacombe

La Basilica venne ricostruita sui resti di un tempio pagano gravemente danneggiato dai barbari durante le invasioni.
Fu innalzata intorno all’area catacombale e sulla tomba della Martire protettrice della città, Santa Cristina, a cui è dedicata. L’edificio, realizzato su pianta a croce latina, composto da tre navate di impronta romanica, divise da possenti colonne bombate, presenta un’elegante facciata; esso è caratterizzato architettonicamente dalla coesistenza di più stili, a seguito dei diversi rifacimenti e restauri subiti, oltre che dalla presenza di opere artistiche di vario genere ed epoca.
Il percorso catacombale inizia invece dall'area dell’altare dove è avvenuto il miracolo. Da qui è possibile raggiungere il sito della sepoltura di Santa Cristina nella cripta della basilichetta ipogea da cui si ha accesso alla galleria principale delle catacombe. Queste ultime, che risalgono al IV e V secolo dopo Cristo, si sviluppano dividendosi in una moltitudine di ramificazioni. Al loro interno è possibile contare moltissime sepolture poiché secondo le credenze dell’epoca essere sepolti vicino alle tombe dei Santi poteva suscitare la misericordia di Dio nel giorno del giudizio universale; non a caso le gallerie contenenti più tombe sono quelle più vicine ai resti di Santa Cristina.
Le sepolture catalogate sono circa 1600, di cui 1100 sono state aperte e ripulite, mentre le rimanenti sono ancora chiuse. Pertanto, la visita a questo luogo, oltre a rappresentare un percorso nella storia della comunità cristiana bolsenese delle origini, raffigura soprattutto un simbolico viaggio alle radici della fede.

Rocca Monaldeschi della Cervara : il “Castello”

1156 : Papa Adriano IV diede l’ordine di fortificare i centri per difenderli dalla forza distruttrice delle incursioni barbariche in atto; anche Bolsena, rispose all'ordine edificando mura di cinta e, nell'occasione, costruendo la torre principale della rocca.
In seguito nel 1295, quando il più potente casato orvietano, i Monaldeschi, estese il suo potere sulla città, vennero rinforzate le mura ed innalzate altre tre torri; la rocca da fortezza divenne così casa signorile.
Nel corso degli anni la rocca fu poi saccheggiata, incendiata, ristrutturata e destinata a vari usi come prigione prima, come deposito in seguito. Oggi accoglie i locali del museo suddivisi in varie sezioni.

Sui passi della Via Francigena

Bolsena è raggiunta e attraversata dalla via Francigena. Si tratta di un tragitto, più propriamente un “cammino”, fatto di sentieri di campagna e strade antiche che parte dalla Francia, dal San Bernardo, attraversa parte della Svizzera e dell’Italia, per raggiungere Roma. E’ lungo circa 1000 Km e organizzato in 44 tappe, una delle quali raggiunge appunto Bolsena.
Un percorso immerso nella natura, tra boschi ed uliveti, che conduce i viandanti all'interno dell’antica caldera che oggi ospita il lago. Il tragitto, percorribile sia a piedi che in bicicletta, nasce intorno alla fine del VII secolo dall'esigenza dei Longobardi di collegare il ducato di Pavia ai territori appenninici meridionali, mediante una strada che potesse passare lontana dalle aree di influenza bizantina, raggiungendo Roma attraverso l’ultima parte dell’antica Cassia.
Il collegamento, che attraversava l’appennino lungo il Passo della Cisa, divenne una via talmente abituale per le truppe longobarde tanto da spingere gli abitanti di quei luoghi a ribattezzare il monte “Mons Langobardum”, da cui derivò l’antico nome della via: appunto via di “Monte Bardone”.
In seguito, quando questi territori passarono sotto il controllo dei Franchi, la via cambiò nome iniziando a chiamarsi via Francigena, ossia “strada originata dalla Francia”. In breve tempo il percorso divenne uno dei principali assi di collegamento tra nord e sud dell’Europa, su cui transitavano eserciti e mercanti. Intanto, verso la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, i pellegrinaggi divennero una pratica sempre più diffusa e così si presentò l’esigenza di collegare i luoghi principali dalla cristianità che erano Gerusalemme, Santiago de Compostela e Roma. E proprio la via francigena divenne uno snodo fondamentale tra le tre grandi vie di fede del Medioevo.

eventi principali2
Un po di storia4

[zen_box type=”center-feature” icon=”icon-pin” heading=”È CURIOSO SAPERE CHE…” text=”Bolsena viene menzionata da Dante nella Divina Commedia, nel canto XXIV del Purgatorio, 21-24. Il riferimento è alla golosità per le anguille del lago di Bolsena di Papa Martino IV « …ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia »” border_color=”#f59c19″ icon_color=”#ffffff” box_bg_color=”#f59c19″ head_color=”#f59c19″]

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