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“La città alta e strana” ed il suo territorio

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Orvieto, “la città alta e strana”, come la definì Fazio degli Uberti nel Dittamondo ( 1350-1360), sorge orgogliosa su un’imponente rupe di tufo che domina, possente, la verde vallata sottostante.

Una volta in città vale la pena addentrarsi tra gli stretti vicoli e le silenziose stradine, lungo le quali è possibile percepire un’atmosfera magica ed unica che ti catapulta in un tempo passato che sembra rivivere in chi la visita, come un lampo di luce che squarcia la notte buia.

E camminando camminando si raggiunge una delle piazze centrali dello splendido borgo dove si erge, austero ed imponente, il Duomo. “Gli occhi sembrano non bastarti nell’ammirarlo, e lo spirito vacilla di fronte alla sua unica e strabiliante bellezza al punto che, pensi che l’unico ad aver potuto realizzare un’opera del genere, non può che essere stato Dio”. Non sarà stato Dio, ma di certo uomini geniali dalle idee e dalle mani divine.

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Il Duomo

Il Duomo di Orvieto , una delle Cattedrali più belle d’Italia, per la sua magnificenza, la sua eleganza e la sua sontuosità è denominato il Giglio d’oro delle Cattedrali.
Non bastano parole per definire il valore dei numerosi tesori che accoglie ed espone: la meravigliosa facciata con i suoi bassorilievi in pregiato marmo e i suoi mosaici d’oro, i preziosi affreschi, le sculture, le reliquie sacre come il corporale del miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 a Bolsena , e la stupenda Cappella di San Brizio, dipinta dal Signorelli.
La cattedrale è titolata alla Vergine Assunta, edificata a seguito del miracolo eucaristico, si presenta come una delle più grandi opere artistiche di tardo Medioevo, dallo stile gotico-romanico ma così articolato da definirsi quasi unico.
Un Duomo “celebrato” da chiunque abbia avuto la possibilità di ammirarlo, l’invito è di lasciarsi incantare dalla sua inenarrabile bellezza.

Il Pozzo di San Patrizio

Un’opera ingegneristica unica e particolare frutto della genialità di Antonio da Sangallo il Giovane che progettò e realizzò il pozzo tra il 1527 ed il 1537 su commissione del Papa Clemente VII che voleva fornire Orvieto, città fortificata da lui scelta come sede papale dopo il sacco di Roma, di una fonte di approvvigionamento idrico costante in caso di assedio.
Progetto ingegneristico unico nel suo genere, basato su una doppia scala di forma elicoidale, a senso unico con rampe totalmente autonome, a cui si accede da due porte diametralmente opposte per consentire il trasporto dell’acqua con gli asini senza che questi potessero ostacolarsi tra loro.
Scavato nel tufo, è una struttura di forma cilindrica a base circolare, con un diametro di 13 m, e con 53,15 m di profondità, 248 scalini e 70 finestroni che lasciano filtrare il bagliore esterno che crea all'interno suggestivi giochi di luce.
Si tratta di un’opera grandiosa, soprattutto se rapportata all'epoca in cui è stata realizzata, che prende il nome da San Patrizio, il santo che convertì comunità intere di contadini irlandesi al cattolicesimo, battezzando quei pozzi che loro stessi ritenevano sacri, rispettando così le loro tradizioni.

La torre del Moro ed il Maurizio

Le torri nel medioevo rappresentavano la forza ed il blasone delle famiglie nobili che si contendevano il potere; anche la città di Orvieto non sfugge a questa logica e sulla rupe erano molte le torri che si fronteggiavano imponenti a testimonianza del ruolo ricoperto da ciascuna casata all'interno del tessuto sociale della città.
Tuttavia i continui scontri, lo scorrere del tempo e l’abitudine ad abbattere le torri delle famiglie nemiche in caso di vittoria ha fatto si che fossero poche le torri giunte integre fino ai giorni nostri. Tra queste le più conosciute ad Orvieto sono la torre del Moro e la torre del Maurizio.
Le due torri hanno tuttavia storie completamente differenti tra di loro. La prima, Originariamente chiamata “ Torre del Papa”, venne ceduta nel 1515 da Papa Leone X al popolo orvietano, e venne ribattezzata “Torre del Moro”, presumibilmente in riferimento ad un orvietano, soprannominato “il Moro” che risiedeva in una casa molto vicina alla torre. 47 metri di altezza, un orologio, due campane, posta in linea ai 4 punti cardinali, è un elemento centrale infatti si erge sul punto di incontro dei 4 quartieri storici: Serancia, Olmo, Corsica e Stella. Elegante ed imponente, riferimento a vista per chi visita la città, simbolo delle tre facce del potere in epoca medioevale: quello religioso, quello civile e quello economico.
La Torre di Maurizio, ossia la torre sulla piazza del Duomo, al quale la sua storia è intimamente legata; si tratta di una torre di media altezza sormontata da un piccolo uomo barbuto che batte il maglio scandendo le ore. Fu fatta costruire, per volere dell’Opera del Duomo tra il 1347 e 1348, per scandire il tempo dei lavori del cantiere della Cattedrale. In quel periodo l’Europa veniva sferzata brutalmente dalla peste nera; e per il popolo orvietano edificare un monumento del genere, significò con buona probabilità, esprimere metaforicamente un necessario bisogno di futuro nello spirito di sana rivalsa contro la tragedia nera.

Il Palazzo del Capitano del Popolo

Uno dei palazzi storici e architettonici più importanti di Orvieto, a cui è strettamente legata la storia della città stessa.
Si presume fu fatto costruire nel 1157 dai Neri della Greca su un preesistente palazzo di proprietà della Chiesa, probabilmente adibito ad uso papale. Nel tempo subì molte modifiche ed ampliamenti. Fu anche soggetto di innumerevoli destinazioni d’uso; fu prima sede del Capitano del popolo; poi dei Sette Signori; infine del Podestà.
Nel’600 alcune delle sue sale vennero adibite ad aule universitarie. Fu poi un teatro e a fine ‘800 divenne un cinema. In seguito, venne chiuso per molto tempo, finché negli ’80 dopo un lungo e difficile restauro, venne restituito all'uso pubblico.
Oggi è un modernissimo centro congressuale polifunzionale. Al suo interno va senza dubbio menzionata, per la sua magnificenza architettonica, la Sala dei Quattrocento, dove, in epoche remote, solevano riunirsi i 400 membri che, con cariche differenti, governavano la città. Il palazzo presenta una loggia porticata sovrastata da un grande salone; sontuose trifore e regali merli adornano l’edificio, che termina da un lato con una grande scalinata e dall'altro con una torre.

eventi principali2
Un po di storia4

[zen_box type=”center-feature” icon=”icon-pin” heading=”È CURIOSO SAPERE CHE…” text=”Sigmund Freud, colpito ed affascinato da Orvieto scelse di soggiornarvi per un lungo periodo nel corso del quale iniziò ad elaborare i rudimenti del complesso di Edipo; “…e ciò mi diede occasione di raccomandare vivamente al mio compagno di recarsi una volta o l’altra a Orvieto per contemplare gli affreschi del ciclo della fine del mondo e del giudizio universale, coi quali un grande pittore aveva decorato una cappella del Duomo…”
(Sigmund Freud, Meccanismo psichico della dimenticanza, 1898)” border_color=”#f59c19″ icon_color=”#ffffff” box_bg_color=”#f59c19″ head_color=”#f59c19″]

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